Il gazzettino delle Terre Inesplorate

L'AZIONE COLONIALE

Amministrazione Centrale per le Colonie dell'Impero

  • Edizione digitale
  • 26 aprile 2024 - XI
  • Ultima uscita: 7-nov

Alto patronato per lo sviluppo economico

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Dai territori dell'Est

Tennō Heika, banzai!

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Interni Lo spopolamento della colonia raggiunge livelli critici. In assenza di un afflusso di nuovi coloni si rischia l'abbandono.

Cercasi coloni, vecchi e nuovi che siano

Il disperato appello: «L'Impero abbisogna del vostro ardimento per proseguire l'Opera civilizzatrice nelle Terre Inesplorate»

In principio, anni e anni di preparazione allo sbarco da parte dei pionieri; simulazioni adattive della durata iniziale di alcune settimane fino alle ultime precedenti lo sbarco che occuparono i volontari per svariati mesi. Durante tali sessioni venivano studiati i comportamenti e le situazioni che si sarebbero potuti verificare una volta giunti all'interno delle Terre Inesplorate con l'obiettivo di identificare e risolvere preventivamente tutte le possibili criticità a cui i futuri Coloni sarebbero potuti andare incontro. La responsabilità era massima e sebbene fosse necessario perdere di vista lo scopo puramente scientifico dell'esperimento affinché lo stesso potesse centrare il suo scopo, si riuscì in quasi tutte le occasioni a trarne importanti vantaggi per il futuro. Era il 2013 e tra pochi mesi ricorrerà il decennale dell'inizio di questa avventura che portò esattamente 4 anni fa al primo sbarco dei Pionieri nel nuovo mondo. Il concorrere di queste ricorrenze ci impone dunque un momento di riflessione per tirare le somme dello stato attuale dell'Avventura Coloniale e ciò che ne emerge non consente certo di celebrare solennemente il momento come sarebbe stato opportuno. Le motivazioni? Alquanto semplici: non c'è nessuno!

La Colonia versa in una gravissima fase di declino demografico al punto da risultare persino deserta in alcuni periodi dell'anno. Coloro che ancora la abitano, per giunta, riducono progressivamente i loro sforzi, ora quanto mai necessari al mantenimento ed allo sviluppo di insediamenti ed infrastrutture. L'ultima chiamata collettiva è stata proprio in tal senso, con lo scopo di riportare i vecchi insediamenti abbandonati a condizioni di fruibilità e decoro, nonché all'ampliamento e potenzianmento della rete infrastrutturale che li collega. L'auspicio era di riuscire così a mantener viva la colonia in terra e nello spirito, ma sfortunatamente le adesioni raccolte sono state pressoché nulle rispetto a chi già forniva regolarmente i propri contributi con dedizione ed entusiasmo.
I quesiti sui quali tutti oggi si interrogano sono i medesimi: "Quale sarà il futuro per i coloni rimasti? Verranno abbandonati a loro stessi oppure saranno richiamati in Patria? Quale trattamento verrà loro riservato? Saranno considerati eroi, traditori o verranno semplicemente dimenticati? Ma soprattutto, l'Impero dovrà rassegnarsi al fallimento dell'Impresa Coloniale?"

L'istituzione novella giunge all'antico forte durante il suo viaggio di recupero del patrimonio edilizio.

L'Opera Risanatrice rilancia l'Impresa

Se gran parte della Colonia versa in stato di incuria ed abbandono, i coloni superstiti non smettono di prestare la loro opera alla civiltà; al contrario essi lavorano alacremente per riportare gli edificati esistenti alle pristine condizioni. Questo moto di rinnovamento, nato in seno alla comunità decimata dagli avvenimenti che bloccarono l'avanzata dei coloni negli anni precedenti, esalta appieno le virtù che ci si attende da ogni cittadino dell'Impero. La dedizione con la quale essi, tenuto conto della penuria di risorse e mezzi, erigono nuovi edifici, rinnovano infrastrutture e riqualificano vecchi insediamenti ormai vetusti, decrepiti e carenti nelle loro funzioni, è encomiabile. I lavori, concentrati ora nel recupero del forte di Kaon, ambiscono ad estendersi all'interezza delle Terre, ammodernando di pari passo l'intera rete infrastrutturale che rende possibili i collegamenti tra gli insediamenti interessati

TRASPORTI Nuova commessa Railcraft INC.

Locomotive a gasolio con trazione elettrica

La trazione dei convogli ferroviari sulla rete coloniale, fin dalla sua istituzione risalente al periodo della fondazione, è operata dalle vetuste locomotive a vapore gruppo 250. Se nel corso degli anni diversi piani di sviluppo infrastrutturale hanno avuto come oggetto la rete ferroviaria, quasi nessuno ha realmente preso in considerazione l'elettrificazione; lo scarso traffico e gli elevati costi operativi combinati ai marginali vantaggi offerti hanno di fatto blindato l'egemonia del vapore. Questo almeno fino ad oggi.
L'Impero ha infatti commissionato alla Railcraft inc. la realizzazione di un nuovo brevetto per una locomotiva termica a trazione elettrica destinata ad affiancare le 250 attualmente in servizio. I primi protitipi del gruppo denominato D.340 saranno presto disponibili per i riscontri tecnici preliminari e l'ACCI svolgerà il ruolo di intermediario per lo sviluppo.
La portata storica dell'evento, per quanto di ampia rilevanza nell'ambiente ferroviario, è però un'altra: si tratta infatti del primo incarico imperiale per lo sviluppo di nuovo materiale da inviare nella Colonia. Costituirà quindi il precedente che imprimerà una svolta nelle politiche di amministrazione?